La Terapia della Rimotivazione
La terapia di Rimotivazione, nasce negli Stati Uniti, a metà degli anni ’50 ad opera di Doroty H. Smit, una volontaria dell’Ospedale Statale di Philadelphia. Nato inizialmente per essere utilizzato con i pazienti psichiatrici.
La terapia di rimotivazione è un intervento cognitivo-comportamentale che ha l’obiettivo di rivitalizzare interesse verso stimoli esterni e relazionali perduti a causa della patologia e, di limitare e contrastare la tendenza all’isolamento.
Stimolando l’interesse nell’ambiente, si creano dei collegamenti tra il mondo oggettivo e la realtà soggettiva dei pazienti.
Gli obiettivi della rimotivazione sono quindi: migliorare il livello di interazione con gli altri e la socializzazione, nonché incrementare il livello di autostima.
Durante questo intervento il paziente viene spronato a discutere di argomenti di attualità che risultano vicini alla realtà della persona e viene stimolato anche l’interesse alla partecipazione ad altri tipi di attività educative.
L’educatore prima di iniziare questo tipo di approccio cognitivo-comportamentale deve svolgere un’analisi approfondita degli aspetti caratteriali della persona, dei suoi interessi, e abitudini.
Tale terapia risulta efficace per quei pazienti che manifestano sintomi depressivi non gravi o con disturbi dell’umore, indipendentemente dalla presenza di deficit cognitivi.